STAGIONE
TEATRALE
2024|2025
CIVITAVECCHIA
TEATRO TRAIANO
Realizzato e gestito da ATCL - settembre 2024
Uno spettacolo dal vivo!
Sito Web Istituzionale del
Teatro Comunale Traiano di Civitavecchia
Mercoledì 18 settembre, alle ore 17,30, presso il Teatro Traiano di Civitavecchia (Corso Centocelle, 1) si terrà la presentazione del cartellone della Stagione Teatrale 2024/2025.
Interverranno il Sindaco del Comune di Civitavecchia Marco Piendibene, l'Asessore alla Pubblica Istruzione e Cultura del Comune di Civitavecchia Stefania Tinti, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia Gabriella Sarracco, l'Amministratore Delegato di ATCL Luca Fornari e la Direttrice Artistica di ATCL Isabella Di Cola.
Comune di Civitavecchia e ATCL, circuito multidisciplinare del Lazio sostenuto da MIC – Ministero della Cultura e Regione Lazio, propongono una stagione di grande livello con dieci spettacoli in abbonamento che si muovono tra grandi classici, nuova drammaturgia, commedia e musica, con in scena importanti interpreti del nostro panorama teatrale. Un cartellone che saprà appassionare e coinvolgere il pubblico in serate sempre sorprendenti.
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Associazione Teatrale Comuni del Lazio
Enzo Decaro
“L’Avaro Immaginario”
Di Enzo Decaro
con NUNZIA SCHIANO
e con La Compagnia Luigi De Filippo (in o.a.) Luigi Bignone, Carlo Di Maio,
Roberto Fiorentino, Massimo Pagano, Fabiana Russo, Ingrid Sansone
Regia di Enzo Decaro
musiche Nino Rota (da “Le Molière Immaginarie”)
musiche di scena ispirate a villanelle e canzoni popolari del
600’napoletanoscene Luigi Ferrigno
costumi Ilaria Carannante
disegno luci Luigi Della Monica
assistente alla regia Roberto Fiorentino
Lo spettacolo è stato presentato in Prima Nazionale il 30 giugno 2023
nell’ambitodel Campania Teatro Festival 2023
Sinossi
Sette quadri, un prologo e un epilogo. È un viaggio nel teatro, quello di Molière in primo luogo, ma
non soltanto... È anche un viaggio nel tempo quello del Seicento, un secolo pieno di guerre,
epidemie, grandi tragedie ma anche di profonde intuizioni e illuminazioni che non riguardano solo
“quel tempo. Ed è anche il viaggio, reale e immaginario, di Oreste Bruno e la sua Compagnia di
famiglia, quella dei Fratelli dè Bruno da Nola, (discendenti del grande filosofo Giordano Bruno), una vera “carretta dei comici”
viaggiante, tanto cara sia a Peppino che a Luigi De Filippo.
È il viaggio verso Parigi, verso il teatro, verso Molière ma anche una fuga dalla peste, da una terribile epidemia che ha costretto
i Nostri a cimentarsi in un avventuroso viaggio verso un sogno, una speranza o solo la salvezza. Lungo il percorso, quando “la
Compagnia” arriva nei pressi di un centro abitato, di un mercato o di un assembramento di persone, ecco che il “carretto
viaggiante” diventa palcoscenico e “si fa il Teatro”.
E col “teatro” si riesce anche a mangiare, quasi sempre. Infatti, grazie agli stratagemmi di tutti i componenti della famiglia
teatrale si rimedia il pasto quotidiano o qualche misera offerta in monete o, più spesso, qualche pezzo di animale, già cucinato,
offerto come compenso della esibizione sul palco-carretto, manco a dirlo, delle opere di Molière (L’Avaro e il Malato
Immaginario sono “i cavalli di battaglia” di cui vengono proposti i momenti salienti, opportunamente adattati al luogo e agli astanti). Gli incontri durante il viaggio, sorprendenti ma non tutti piacevoli, l’avvicinamento anche fisico a Parigi, al teatro di Molière, la “corrispondenza” che il capocomico invia quotidianamente all’illustre “collega”, la forte connessione tra il mondo culturale e teatrale della Napoli di quel tempo con quella francese (con Pulcinella che diventa Scaramouche), di Molière ma
forse ancor più di Corneille (che si celerebbe sotto mentite spoglie dietro alcune delle sue opere maggiori) la pesante eredità del pensiero di uno zio prete di Oreste Bruno, Filippo detto poi Giordano, scomparso da alcuni decenni ma di cui per fortuna non si ricorda più nessuno, e la morte in scena dello stesso Molière poco prima del loro arrivo a Parigi, renderanno davvero unico il viaggio di tutta la “Compagnia di famiglia” commedianti d’arte ma soprattutto persone “umane”, proprio come la grande commedia del teatro, dove “tutto è finto, ma niente è falso”.
Note di regia
Il progetto nasce soprattutto da una curiosità ‘artistica’, a sua volta originata dalla costatazione che,
a un certo punto della loro carriera, i De Filippo (Peppino e Luigi in particolare) hanno sentito
l’esigenza di confrontarsi con il teatro di Molière e il suo genio innovativo, rimasto forse nel suo
genere ancor oggi ineguagliato e vivissimo. A riprova, il fatto che, dopo oltre quattro secoli, in
occasione della recente ricorrenza del quattrocentenario dalla nascita, si son tenute ovunque
celebrazioni, studi e ricerche dedicate al suo teatro e alla sua mai tramontata “comédie humaine”.
In particolare, “L’ Avaro”e“Il Malato immaginario” sono stati i due titoli a cui, una generazione dopo
l’altra, i De Filippo, padre e figlio, hanno dedicato seppur con differenti approcci la loro attenzione,
sia teatrale che umana, dal momento che per entrambi, come del resto per Molière, il confine tra la
rappresentazione teatrale e la vita come teatro, anche vissuto nella realtà quotidiana, è stato davvero
sottile.
Enzo Decaro